Galleria

WEBER & WEBER

ARTE MODERNA E
CONTEMPORANEA

Sophie-Anne Herin
Mon pays, c'est la lune


Senza Titolo Stampa Su Tessuto 145 X 220 Cm 2024


Inaugurazione

giovedì 17 aprile
ore 18:00 – 21:00 

|

Periodo mostra 
18 aprile - 7 giugno 2025

da martedì a sabato
ore 15:30 - 19:30  


Alla luce della luna, tutto può accadere. La luna è una dimensione parallela a quella del giorno, è l’altra parte del mondo, della vita. La dimensione del sogno, della visione, dove si schiude un regno che ha le sue regole e le sue creature. Per molte persone è un naturale senso di appartenenza, lo è per Sophie-Anne Herin, che alla luce della luna si sente a casa, forse, anche, perché è nata vicino a un bosco, in montagna, e la luna è la dea dei boschi e della natura, oltre che della notte.
Mon pays, c’est la lune ci sussurra l’artista, mentre entriamo nella sua mostra che è uno spazio a parte, dove si dissolve l’idea di realtà così come di fotografia, perché la luna, con la sua ombra argentea, rende tutto relativo, l’apparenza e i confini tra le cose.
La mostra nasce da un progetto che l’artista ha presentato un anno fa a Castello Gamba, Museo d’arte moderna e contemporanea, in Valle d’Aosta, dal titolo Entre chien et loup, un’espressione francese molto antica, che indica un momento preciso della giornata, quando il giorno cede alla notte. Era un unico, grande ambiente suddiviso in maniera ascensionale attraverso i tre piani del castello. L’ultimo, in alto, alloggiato in una torretta dove lo sguardo correva circolare sul paesaggio, anche oltre alle montagne in alcuni punti, era dedicato al sogno, un sogno dove personale e collettivo si confondono, partendo dall’esperienza per arrivare all’archetipo.
In galleria, passando sotto a un cielo lunare che accoglie all’ingresso e suggerisce il passaggio in una dimensione notturna, onirica e interiore, la mostra introduce nella penombra della prima sala, dove fluttuano figure femminili ancestrali, corpi evanescenti. Una è la Luna, dea con il pianeta al posto del capo, la luna piena di Selene; l’altra e Baubo, con il viso che si schiude tra le gambe, dea dell’oscenità, simbolo dell’origine del mondo, bocca della verità e della liberazione della forza femminile.
Della stessa materia di queste figure è fatto un seme di cardo che danza nell’aria, il suo corpo ha la consistenza dell’immagine video. Semi che sembrano in viaggio verso destinazioni dove germogliare, che alludono anche al potere germinativo dell’arte e dell’inconscio, degli altri mondi che si affacciano attraverso i sogni, oltre a quello tradizionalmente attribuito alla luna.
Le due figure ne sono vestali e guardiane, si sta come nel loro abbraccio, di una femminilità lunare prismatica, che contiene varie facce.
Nell’altra sala, invece, si entra nella luce, e la visione si frammenta, l’armonia diventa un equilibrio da ritrovare, da costruire. Una dimensione allucinatoria fatta di flash isolati e di lunghe pause, come una partitura musicale diffusa di vuoti, tra le note che si aggregano per quattro e per due.
È quella memoria che il sogno lascia al mattino, di una visione solo in parte rimasta consapevole, per il resto riaffondata chissà dove. Frammenti di sogni che si fanno angeli e demoni, icone comunque.
Sono tredici lavori che si misurano sul limitare tra luce, ombra e buio, tra il giorno e la notte, entre chien et loup. Immagini che giocano sul negativo e positivo della fotografia, nuotando in un nero assoluto e profondo che diventa pittura, anche percettivamente, da cui emergono, con contrasti caravaggeschi, apparizioni condensate nei grigi e nei bianchi.
Le immagini vivono in una sorta di conflitto tra ciò che la memoria ha perso, ciò che ricorda, e la sua interpretazione. Si passa tantissimo tempo della vita a sognare e a tentare di interpretare le visioni su quell’altrove, spesso fallacemente. Perché non c’è una verità ma una narrazione caleidoscopica, mai lineare, spesso un collage di ricordi, di riflessi, in ogni cosa, nella vita come nel sogno.
A differenza della verità, infatti, di cui l’umanità da sempre è in cerca, come di una unica, monolitica visione e versione, così come è in cerca del senso della vita, con il sogno si è invece obbligati a rendersi conto della relatività assoluta, della possibilità di contenere significati e verità plurali, che non sono in contraddizione ma complementari.
I sogni sono frammenti di relitti adagiati sul fondo del mare, che, con il moto delle onde, si rimescolano tra le sabbie in una continua metamorfosi, oggetti divinatori che non forniscono un’indicazione precisa ma aperta, enigmatica.
Nei dodici lavori le forme sono pure, spesso incerte, verso l’astrazione, pronte a trasformarsi in altro, a diventare sostanza di nuovi sogni. Molte le figure ricorrenti per l’artista, “attori” che sono persone, dai visi spesso deformati come i fantasmi, e poi oggetti - uova, stoffe o neve, per esempio-, e animali - gatti, cervi e volpi-, questi ultimi vere apparizioni totemiche, messaggeri la cui presenza, il cui sguardo apre ponti e contatti, stimolando un dialogo empatico e sensoriale con lo spettatore.
Gli animali ci osservano come creature sacre, nude e spietate nella loro verità senza filtro e nuda, davanti a loro, l’umanità nella sua finzione innaturale.
Derrida, nella sua riflessione sul rapporto tra umano e animale in L’animal que donc je suis (2006), parlava di questa nudità: «È come se, nudo di fronte al gatto, ne provassi vergogna». Se occorre interrogare la differenza uomo animale, non ‐ si può prescindere dallo sguardo animale.
L’incertezza che lascia Mon pays, c’esta la lune è un dono di libertà, perché nei sogni si cammina nella nebbia ed è prezioso che così rimanga, un luogo di possibilità che non ha bisogno di confini e paletti.


Olga Gambari

La Galleria

La Galleria Weber è nata nel 1976.
Nel corso degli anni ha ospitato più’ di duecento mostre d’arte contemporanea. Nel 2006 la Galleria cambia denominazione diventando “Weber & Weber”.

La Galleria si e’ distinta sin dall’inizio della sua attività’ per essersi occupata di giovani artisti, sia nazionali che internazionali, molti dei quali alla loro prima esposizione.
All’attività’ espositiva si e’ affiancata la casa editrice “Weber & Weber” con una produzione di volumi su artisti e situazioni artistiche di taglio contemporaneo e storico.

Attualmente la galleria si occupa, con continuità, dei seguenti artisti:
Vasco Ascolini, Colm Mac Athlaoich, Gregorio Botta, Simone Bubbico, Davide Boosta Dileo, Davide Di Taranto, Bruno Fantelli, Federico Guerri, Horiki Katsutomi, Roberto Kusterle, Gillian Lawler, Bruno Lucca, Marcovinicio, Francesco Nonino, Greta Pasquini, Jean Revillard, Sylvie Romieu, Antonio Violetta.

Weber & Weber

Galleria Arte Moderna e Contemporanea

gallery

Dove siamo